Guide Pratiche

DIARIO DELLA COSTRUZIONE DI UNA PAGAIA TRADIZIONALE IN LEGNO

Testo e foto di Eugenio Gastaldo


Ho trovato la pagaia auto-costruita molto leggera e maneggevole. Anche la pagaia industriale è un modello tradizionale ed io non sono abbastanza esperto per apprezzare la differenza fra i due modelli. Tuttavia rispetto alle pagaie moderne, da slalom per intenderci, la trovo molto riposante e più maneggevole.

Nella costruzione ho commesso alcuni errori, a cui non sempre ho saputo rimediare. Il risultato –anche se non evidenziato dalle fotografie – si è tradotto in alcune asimmetrie fra le due facce della pala. In ogni caso pagaiare tenendo fra le mani il risultato della propria fatica è di grande soddisfazione.

Un grazie speciale ad Aldo Varotto per le istruzioni sul suo sito e per i suggerimenti forniti via e-mail.
Dopo agosto la seconda pagaia, e, se riesco, la canoa in legno e tela.

costruire una pagaia

Tavola grezza e Sagoma

Il legno è toulipier, un albero della famiglia delle Magnoliaceae, peso specifico essicato circa kg 480/mc.
L’uomo della segheria, illustrato l’impiego che ne avrei fatto, non ha voluto darmi il frassino, ma questa essenza che resiste molto bene all’acqua.
Non so dire se la flessibilità è comparabile, comunque è un legno duro ma che si riesce a lavorare. Per la sagoma ho seguito profili e dimensioni illustrate sul sito di Aldo.

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La tavola sbozzata

Queste prime lavorazioni sono state eseguite nei sotterranei del condominio in cui abito a Torino. Siamo a 6 metri sotto il livello della strada e di pochi metri sopra il livello del Po, che scorre due isolati più in basso.
La costruzione continua poi in alta montagna, Valle d’Aosta, in alto nella Valle di Gressoney, a circa 1.850 ml s.l.m.. Si intravedono le linee tracciate sulla pala e le imperfezioni nella sagomatura del manico.

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Manico e Impugnatura

Manico e impugnatura prendono forma, ma dovrò lavorare per correggere le imprecisioni di taglio che generano spessori disomogenei. Anche la prima facciata della pala comincia a prendere forma anche nello spessore.

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La tavola sbozzata

Il lavoro sugli spessori della prima facciata della pala è lungo e faticoso, ma piano piano procede. Le linee degli spessori sono visibili, c’è ancora molto lavoro da fare.

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Working Paddle...

La pala ha assunto la sua forma pressoché definitiva.

Per la prima facciata ho seguito scrupolosamente i consigli di Aldo:
Tagli di sega trasversali, sgrossature con accetta (io ho usato uno scalpello largo), lavorazione con surform, e infine levigatrice a nastro e levigatura manuale.

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I consigli di Aldo

I risultati corrispondono anche nella sezione a quanto mi aspettavo.
Per la seconda facciata ho pensato bene di lavorare direttamente con pialletto elettrico e levigatrice a nastro. Per fortuna mi sono fermato prima di rovinare tutto: il profilo trasversale stava diventando come voleva il pialletto e non come lo volevo io.
Conclusione : un po’ di tempo e di fatica in più sono ampiamente ripagati dal risultato.

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Impugnatura e Verniciatura

L'impugnatura ha sezioni elementari ma si è rivelato molto comodo all’uso. Per la verniciatura ho seguito il consiglio di Aldo, che condivido in pieno.
L’olio di lino cotto è un materiale antico ma molto efficace.

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La superficie trattata

L'aspetto finale della superficie trattata non è “leccato” come una verniciatura industriale ma è ugualmente gradevole anche al tatto. Ho dato due mani, a 72 ore di distanza l’una dall’altra. Dopo qualche giorno di uso in acqua ne darò una terza.

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Il Test

Infine in acqua i miei figli si esercitano sul lago di Candia Canavese.

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Le differenze

Brandiscono le pagaie; quella del canoista di prua è acquistata, quella di poppa è di mia costruzione.